venerdì 29 marzo 2013

Mykki Blanco, il cross-dresser del rap (ma non è una questione di genere)


Vi sareste mai aspettati che in una cultura prevalentemente maschile, per non dire maschilista, come l'hip hop, potesse avere spazio un cross-dresser (in questo caso uomo travestito da donna)?
Mykki Blanco ne è la prova: nei suoi video, e nelle canzoni, si diverte a passare dal maschile al femminile. Ma non chiamatelo gay-rapper o trans-rapper, perché non vuole essere l'icona di una nuova forma di rap. Lui stesso, fino a qualche anno fa, non avrebbe mai pensato di diventare un rapper. Mykki Blanco punta ad essere un artista eccentrico, che si esprime anche in generi come il punk industriale, e non fonda la sua arte su una questione di genere, ma sulla sub-cultura afroamericana in cui è cresciuto.
Facciamo un passo indietro.
Michael Quattelbaum Jr. (il suo vero nome) nasce in California. E' un bravo studente, e da ragazzino recita negli spettacoli della scuola. Intanto conosce il movimento punk e new wave, e si dedica all'arte, esibendosi con un gruppo di performers. Grazie alle borse di studio finisce prima in un college di Chicago, poi in uno di New York. Qua decide di abbandonare la scuola per dedicarsi totalmente all'arte, e intanto esce tutte le notti per i locali. Da sempre si è dedicato alla scrittura, e a New York pubblica un libro di poesie intitolato From the silence of Duchamp to the Noise of Boys, che riproduce in chiave punk industriale in un progetto artistico chiamato No Fear. Gli viene in mente un altro progetto, ispirato alle ragazzine che raccontano la propria vita in webcam e pubblicano i video su YouTube. Vuole pubblicare anche lui dei video in cui fa finta di essere una ragazzina ribelle che vorrebbe rappare, che si chiama, appunto, Mykki Blanco. Un amico gli dice: “Se Mykki desidera rappare, poi dovrai farlo davvero”. Lui la considera un'idea fantastica, e comincia ad esercitarsi e pubblicare i video. E si esibisce in questa nuova veste anche in serate gothic. Nel 2012 dà vita al mixtape Cosmic Angel: TheIlluminati Prince/ss. Da qui, alcuni brani diventano i video più famosi, da Wavvy a Haze Boogie Life e Kingpinning. Pur appartenendo ad un genere underground, ed essendo prodotto da un'etichetta indipendente, molti si accorgono di lui e della sua portata artistica. Presto viene circondato da manager, agenti e produttori, che lo aiutano ad organizzare tour per il mondo, iniziando dall'Europa, dove si esibisce anche in Italia. Questa primavera del 2013 è in tour negli USA, ma dall'estate tornerà in Europa e arriverà fino in Asia. Nonostante la sua vena provocatoria sia paragonabile all'immagine di cantanti quali David Bowie e Marylin Manson, da ragazzino aveva altri modelli musicali, come Iggy Pop, Bette Midler, Madonna, ma soprattutto Michael Jackson, di cui vorrebbe imitare la fama globale.
Ha quindi trovato nell'hip hop la forma ideale per esprimersi, e unire l'anima giocosa da ragazzina, con quella un po' più seria e ribelle del punk. Sicuramente rappresenta una nuova frontiera, in quanto il suo background e l'immaginario evocato non hanno nulla a che vedere con quelli tradizionali dell'hip hop. Eppure, sempre di cultura urbana afroamericana si tratta. La sperimentazione in atto è quindi reciproca, nel senso che Mykki Blanco ha offerto la sua eccentricità al rap, creando qualcosa di nuovo, e il rap ha offerto a lui un modo di esprimersi. Ma non è detto che non continui a sperimentare. Per marzo è stata annunciata l'uscita negli States dell'EP Betty Rubble, ma magari dopo il tour mondiale potremmo vederlo alle prese con qualche nuovo progetto.

(Le informazioni sono state ricavate quasi interamente dall'intervista per la trasmissione radiofonica Babylon di Rai-Radio2 del 3 marzo 2013, e parzialmente da un articolo di ELLE e da uno del New York Times.)
Mykki Blanco è su Twitter e Facebook.

Nessun commento: