Raymond Carver (1938-1988) è stato uno scrittore e poeta americano. Come capita spesso a coloro che rientrano nella voce "scrittori e poeti americani", la sua vicenda biografica non è stata delle più felici, a causa di lavori precari e problemi con l'alcol. Ma, come molti di coloro che rientrano in quella voce, si è riscattato con la scrittura.
Stilisticamente lo si può considerare come il punto di raccordo fra i maestri di short stories (come Sherwood Anderson, Ernest Hemingway, John Cheever) e gli eterogenei minimalisti che a lui si sono ispirati (come Jay McInerney, David Leavitt, Amy Hempel).
Quando gli è stato diagnosticato il cancro (1987), decise di raccogliere tutti i suoi migliori racconti e di pubblicarli, insieme a sette inediti, in una sorta di greatest hits, uscito nel 1988: Where I'm Calling From (Da dove sto chiamando, Einaudi ne ha pubblicato una nuova edizione nel 2010).
Qua sotto ho raggruppato i miei appunti e le mie considerazioni su quest'ultima raccolta, scritti in itinere durante la lettura. Sembrano sterili e forse freddi, ma spero diano un quadro completo e possano essere spunto di analisi.