Le opere dell'artista catalano Joan
Cornellà (Barcellona, 1981) hanno un'impostazione molto semplice:
sono quasi sempre sei vignette colorate. Si possono vedere principalmente in due
modi: 1) si dà una una sola occhiata e si ride; 2) dopo aver riso si
torna indietro e le si guarda bene per capirne le ragioni.
Io propendo per la seconda visione
perché le vignette, essendo prive di fumetti, e quindi svincolate
dall'ordine del dialogo, invitano lo spettatore a dare un senso alla
loro successione.
L'artista preferisce rimanere alieno
alle interpretazioni delle sue opere (specialmente le
strumentalizzazioni politiche). Non nega che alla matrice di alcune
ci siano delle critiche alla società e al costume, ma non vuole
essere portatore di nessun messaggio politico o sociale né, tanto
meno, morale. Il suo obbiettivo è quello di rappresentare un
umorismo assurdo, e di lasciare allo spettatore la libertà di
leggere i suoi “comix” come meglio desidera. I singoli disegni
sono fatti con acquarello su carta, ma sono raccolti anche in una
versione libresca dal titolo Mox Nox.
(Consiglio la lettura di queste due
interviste a Cornellà per comprenderne meglio il punto di vista: 1 e
2).
Godendo della libertà di
interpretazione, non ho potuto fare a meno di formulare un mio parere
sul senso delle opere di Cornellà: un senso provocatorio.
La prima (e ormai comune) provocazione
è rivolta alla falsa serenità con cui i media e il mondo dello
spettacolo vogliono rassicurare i consumatori. La felicità prima di
tutto: bisogna sempre sorridere, qualsiasi cosa accada, perché sei
costantemente sotto gli occhi delle persone, alle quali devi apparire sempre contento e imperturbabile. I personaggi di
Cornellà rappresentano persone comuni e sorridenti, che pur ritrovandosi in situazioni surreali - magari assieme a personaggi deformi, che
subiscono violenze o muoiono - continuano a sorridere.
Un'altra provocazione è costituita
dall'abuso della violenza e del cinismo. La giovani generazioni
(compresa la mia) sono cresciute con videogiochi e film in cui la
morte e la violenza, sempre più esplicita, gratuita e sadica, sono
diventate parte integrante del loro immaginario.
Il sadismo di Cornellà è solo apparentemente paragonabile a quello dei cartoni animati degli Happy TreeFriends, dove la violenza è gratuita e basta. Non lancia nessun
tipo di messaggio: è puro intrattenimento alla Grattachecca e Fichetto* con in più una finta morale
conclusiva. Si può
pensare
che gli Happy Tree
Friends siano stati concepiti
come reazione all'intrattenimento perbenista
e istruttivo dei
cartoni animati per bambini più diffusi (da
Walt Disney ai Baby Looney
Tunes). Sono intrattenimento
non-politically correct
: alla
gioia innocente si sostituisce l'umorismo nero, al messaggio
istruttivo la distruzione e
la morte ingiustificata.
Anche
l'opera di Cornellà è non-politically correct,
solo,
richiede uno sforzo intellettivo maggiore rispetto agli Happy
Tree Friends. Inoltre, per
rimanere in tema di animali,
Cornellà stesso ne fa
un uso tutto suo.
Molti personaggi indossano maschere o interi
costumi da animali in modo
bizzarro, e senza nessun
motivo apparente.
CARNAVAL |
La
struttura in poche vignette
gli permette di giocare sulle aspettative. A volte si
parte da una situazione
comune, che alla fine
si risolve in modo del tutto inaspettato. Solitamente si tratta di un
personaggio curioso, che
vede qualcosa di insolito e
vuole scoprire di cosa si tratta, magari facendosi
tentare
da una trasgressione. E,
puntualmente, la curiosità paga con effetti indesiderati
e sconcertanti.
WC |
Un'altra
provocazione è l'interpretazione distorta della segnaletica comune e quotidiana.
Un'interpretazione irrazionale di simboli razionali. Infatti vediamo
che, di fronte al
normalissimo cartello stradale che segnala un posto per disabili, una
persona si taglia le gambe per rendersi disabile. In realtà il
cartello (nell'interpretazione insana dell'autore) corrisponde perfettamente ad
un essere umano che ha le
stesse sembianze della figura stilizzata del cartello.
HOPITY |
Anche
qui ritorna il gioco sulle aspettative e il messaggio sembra essere: non bisogna arrovellarsi su
chissà quale interpretazione razionale, a volte la più banale è quella giusta, ogni cosa rappresentata
è quello che è. Concetto
chiaro in anche questa
immagine.
La
si potrebbe vedere come una critica
all'irrazionalità
con cui le persone accettano, senza criterio, i “comandi” sottilmente
imposti dagli
slogan pubblicitari che
offrono
un migliore
stile di vita: una
critica al conformismo. Oppure una critica all'interpretazione scriteriata della segnaletica.
Ma si trova anche
della satira sociale, sempre non-politically correct e
disimpegnata, il cui messaggio sembra essere: il mondo va
male, ma stai certo che va anche peggio!
Questo l'ho visto espresso in due immagini in particolare.
Questo l'ho visto espresso in due immagini in particolare.
CIVIC MINDEDNESS |
I
neonati vengono abbandonati nei cassonetti. Almeno ricordatevi di
buttarli nel bidone giusto!
MYSTIQUE |
I
barboni si drogano. Droghiamo i nostri bambini!
Quest'ultima sembra
riferirsi al rapporto ipocrita della società con i danni provocati
dalle droghe. Le istituzioni ripudiano gli stupefacenti (leggeri e
pesanti) perché dannosi e segno di degrado morale e umano, e mettono in guardia i giovani dalla loro pericolosità. Allo stesso tempo, per
far contenti i bambini, si lascia loro la libertà di usare strumenti
(basti pensare alle ultime tecnologie) che andrebbero adoperati con
maturità, e invece di educare i giovani ad avere coscienza e al rispetto per gli altri, stigmatizzano arbitrariamente tutto ciò che è "male".
Al di là delle
speculazioni interpretative, è certo che Cornellà spopola nei
social network per l'immediatezza dei suoi disegni. Non usa i
fumetti, quindi non è vincolato dalla lingua, e le immagini sono un linguaggio universale. Il suo punto di forza è il gallowshumor, simile all'umorismo nero, che garantisce la risata
istantanea, proprio perché, ribadisco, Cornellà non pretende di
essere capito e interpretato (come molta arte visiva).
Tutte le vignette
sembrano voler spingere lo spettatore a non
pensare in modo convenzionale, a non aver paura di usare il pensiero
laterale, anche se ci porta a risultati irrazionali, e magari ci fa
ridere di cose..malsane.
Qui i link per vedere le altre opere:
Pagina Tumbrl
*Curiosità: Matt Groening, creatore e disegnatore dei Simpson, ha dichiarato che per i personaggi Grattachecca e Fichetto si è ispirato al fumetto italiano Squeak the mouse, di Massimo Mattioli, pubblicato a partire dal 1982.
*Curiosità: Matt Groening, creatore e disegnatore dei Simpson, ha dichiarato che per i personaggi Grattachecca e Fichetto si è ispirato al fumetto italiano Squeak the mouse, di Massimo Mattioli, pubblicato a partire dal 1982.
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