L'America dà, l'America toglie,
l'America dimentica. Si potrebbe riassumere così la parabola del
cantautore Sixto Rodriguez, nato a Detroit nel 1942, che pubblicò
due album, Cold Fact (1970) e Coming from reality
(1971), per poi sparire nel nulla. C'è voluto un documentario girato
da un regista svedese, Malik Benjelloul, che ha per protagonisti due
fan sud-africani ossessionati da Rodriguez, perché l'America
riprendesse in considerazione il cantautore dimenticato.
La storia raccontata in Searcing for Sugar Man, vincitore di vari premi al Sundance Film Festival (2012) e
di un premio Oscar (2013), ha dell'incredibile.
Figlio della working-class, Sixto Rodriguez con
la sua chitarra raccontò l'amore, la protesta, la solitudine,
l'ingiustizia, l'angoscia, la strada.
Il suo talento e la profondità
dei testi lo portarono a registrare due album in studio. Ma la
fortuna è cieca, e una serie di circostanze gli fecero vendere
pochissimo in patria statunitense: tra queste l'esagerato numero di
gruppi e cantanti rock, che negli anni '60-'70 aveva raggiunto un
picco mai verificatosi, e la cattiva promozione che venne fatta
del suo nome (molte radio lo snobbarono per via del nome latino,
perché non trasmettevano musica latino-americana). Ma la sua musica
era tutt'altro che latino-americana, era rock giovane, blues sincero
e crudo, i testi erano poetici, si può dire musicalmente molto
simile a Bob Dylan. Tuttavia in America non ebbe considerazione,
perciò dopo qualche anno Rodriguez tornò a lavorare nell'edilizia,
in cui lavorava prima, senza troppi scrupoli.
Gli unici due album registrati, però,
negli anni della pubblicazione vendettero milioni di copie in
Sud-Africa. Là, Rodriguez divenne la rock-star americana per
eccellenza, influenzò in maniera importante i gruppi rock
sud-africani, e soprattutto divenne la colonna sonora della protesta
contro l'apartheid. Le canzoni di Rodriguez diedero voce alla
protesta giovanile in Sud-Africa, esattamente come (se non di più)
quelle di Bob Dylan la diedero alle proteste degli anni '60 negli
States. In ogni casa della middle-class sud-africana, fra la collezione di vinili non
potevano mancare Abbey Road dei Beatles, Bridge over
Troubled Water di Simon & Gurfunkel e Cold Fact di
Rodriguez.
Il governo dell'apartheid teneva sotto
stretto controllo la popolazione e i prodotti culturali,
tanto che la canzone Sugarman di Rodriguez, che
parla di droga, venne rigata con le forbici su tutte le copie in
vinile in circolazione. Ma la sfortuna del cantautore fu che i soldi di quelle copie sudafricane non gli arrivarono mai, perché si fermarono alle royalty
londinesi.
In Sud-Africa la figura di Rodriguez
era gigantesca, la sua musica ha cresciuto generazioni, ma della
persona in carne ed ossa non si sapeva nulla. Si pensava che
Rodriguez fosse morto, e giravano diverse versioni sul suo suicidio.
Ma questo non fermò due fan sfegatati che volevano sapere di più
del loro idolo, e che nel corso degli anni '90, dopo aver scoperto
che Rodriguez era sconosciuto in America, contattarono la casa
discografica che produsse i suoi album. Da qui la notizia che il cantautore era ancora vivo, e lavorava a Detroit. I due fan allora gli
dedicarono un sito web, in cui chiedevano aiuto per trovarlo.
Se vali, e fuggi la fama, è la fama che
viene a cercarti. Rodriguez, che adesso ha 71 anni, è un esempio di
umiltà e sobrietà. Dopo aver preso atto di non essere diventato una
celebrità, non ci ha pensato due volte a ritornare al lavoro modesto
che faceva prima, ed affrontare i problemi che aveva lasciato, invece
di aggirarli. Si candidò anche alle elezioni comunali di Detroit nel 1989.
Dopo la sua riscoperta, negli anni '90, non cambiò stile di vita, ma tornò e torna tuttora volentieri sul palco per i suoi fan più fedeli.
La sua vicenda parte dalla musica,
quindi, aneddoti a parte, il mio consiglio è di ascoltare le sue
canzoni.
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