venerdì 20 settembre 2013

L'antieroe di Drive

Trailer
Drive è un film uscito nel 2011, diretto dal danese Nicolas Winding Refn (con Ryan Gosling e Carey Mulligan), che ha vinto il premio per la miglior regia a Cannes.
Il protagonista senza nome è un pilota, lavora in un'officina e per arrotondare lavora come stuntman cinematografico e autista per i criminali. Si infatua della sua vicina di casa, eppure decide di aiutare il marito di lei che, da poco uscito di galera, ha ancora dei conti da pagare alla banda criminale di cui faceva parte. Questo trascinerà il protagonista in un regolamento di conti che richiederà più impegno e coinvolgimento del previsto.

Quello che mi ha colpito del protagonista senza nome di Drive è la sua morale. L'idea di giustizia è personale e anticonvenzionale, ed è difficile resistere al suo fascino, tuttavia viene meno a ciò che ci si aspetterebbe dal comportamento umano. Se per “umano” intendiamo il suo significato biologico, ovvero di animale che si distingue dalle altre specie per l'intelletto, ma che è pur sempre dominato dall'istinto. E se intendiamo “umano” nel suo significato religioso: colui che è stato creato peccatore, poiché cede alla sua natura di mortale. Chi è in grado di resistere alla natura dei mortali, è per forza superiore ad essi, e nella mitologia classica viene chiamato eroe. Ma in questo caso bisogna avanzare la mitologia di qualche millennio.

Innanzitutto, il ragazzo senza nome incarna la figura del perfetto solitario. Non sappiamo nulla sul suo passato, e il suo atteggiamento schivo e taciturno, schietto quando serve, accresce questo mistero. E' coraggioso e forte, nonché intelligente: sa trattare coi malviventi, nelle buone e nelle cattive, piegandoli alla sua logica, sospesa tra il bene e il male. Nel suo lavoro con la malavita è onesto e corretto, il suo rapporto con l'illegalità è puramente opportunistico. Umanamente sembra non avere niente a che fare con quell'ambiente. E' dotato di enorme sensibilità, ne sono la prova il suo rapporto con il la vicina di casa e il figlio.
Dà tutta l'impressione di un personaggio complesso e controverso. Il ragazzo infatti è attratto dalla vicina e vorrebbe stare con lei. Ma non appena viene a sapere che lei ha un marito, e che questo si trova in una brutta situazione, il ragazzo vuole aiutarlo a tutti i costi per far sì che possa vivere tranquillo con la moglie e il figlio, a discapito della sua attrazione per lei.
E questa mi sembra un'attitudine fuori dal comune.

La controversia della sua figura si manifesta anche nei modi di fare. Si pone dalla parte del giusto quando vuole difendere le vite innocenti della vicina e del figlio, e quella redenta e debole del marito, e per farlo usa modi brutali, dimostrandosi capace di una violenza inaudita. Da qui emerge un altro paradosso.
Allo stesso modo con cui scherza e gioca nel modo più innocente con il figlio piccolo della vicina, è capace di infierire sul cranio di un sicario che doveva ucciderlo, dopo averglielo già spaccato con il tacco della scarpa.
La sua complessità sta proprio nei poli opposti che è in grado di contenere. Giustizia nei principi e brutalità nei modi: i due poli opposti si equilibrano al centro, in sospensione fra bene e male.
Emblematica è la scena in cui il ragazzo è con il bambino. Sono seduti sul divano e stanno guardando un cartone animato alla tv, e il ragazzo chiede al bambino se lo squalo del cartone animato sia cattivo:
- Dici che è cattivo?
- Sì.
- Come fai a dirlo?
- Perché lui è uno squalo.
- Non ci sono squali buoni?
- No. E poi basta guardarlo: ti sembra uno che ha la faccia da buono?
Il ragazzo allora guarda perplesso il bambino. Questo scambio di battute dimostra quanto una mente innocente sia in grado di distinguere all'istante fra bene e male, mentre lui sembra non essere in grado di farlo.
O meglio, anche lui è in grado di scindere le due cose, ma i suoi parametri di valutazione di ciò che è male e ciò che è bene sono tutt'altro che chiari e lineari.


Credo che il messaggio del film ruoti proprio intorno alla capacità di scindere fra bene e male. La figura del personaggio senza nome rimette in discussione tutti i criteri per distinguere il "buono" dal "cattivo". Mette in discussione le contraddizioni di ciò che consideriamo male e bene nella società occidentale. E in questo caso tutte le contraddizioni sono incarnate da un solo uomo, facendone così un (anti)eroe.

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