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Drive è un film uscito nel
2011, diretto dal danese Nicolas Winding Refn (con Ryan Gosling e
Carey Mulligan), che ha vinto il premio per la miglior regia a Cannes.
Il protagonista senza nome è un
pilota, lavora in un'officina e per arrotondare lavora come stuntman
cinematografico e autista per i criminali. Si infatua della sua
vicina di casa, eppure decide di aiutare il marito di lei che, da
poco uscito di galera, ha ancora dei conti da pagare alla banda
criminale di cui faceva parte. Questo trascinerà il protagonista in
un regolamento di conti che richiederà più impegno e coinvolgimento
del previsto.
Quello che mi ha colpito del
protagonista senza nome di Drive è la sua morale. L'idea
di giustizia è personale e anticonvenzionale, ed è difficile resistere al suo fascino, tuttavia
viene meno a ciò che ci si aspetterebbe dal comportamento umano. Se
per “umano” intendiamo il suo significato biologico, ovvero di animale che si distingue dalle altre specie per l'intelletto, ma che
è pur sempre dominato dall'istinto. E se intendiamo “umano” nel
suo significato religioso: colui che è stato creato peccatore,
poiché cede alla sua natura di mortale. Chi è in grado di resistere
alla natura dei mortali, è per forza superiore ad essi, e nella
mitologia classica viene chiamato eroe. Ma in questo caso bisogna
avanzare la mitologia di qualche millennio.
Innanzitutto, il ragazzo senza nome
incarna la figura del perfetto solitario. Non sappiamo nulla sul suo
passato, e il suo atteggiamento schivo e taciturno, schietto quando
serve, accresce questo mistero. E' coraggioso e forte, nonché
intelligente: sa trattare coi malviventi, nelle buone e nelle
cattive, piegandoli alla sua logica, sospesa tra il bene e il male.
Nel suo lavoro con la malavita è onesto e corretto, il suo
rapporto con l'illegalità è puramente opportunistico. Umanamente sembra non avere niente a che fare con quell'ambiente. E' dotato di
enorme sensibilità, ne sono la prova il suo rapporto con il la vicina di casa e il figlio.
Dà tutta l'impressione di un
personaggio complesso e controverso. Il ragazzo infatti è attratto
dalla vicina e vorrebbe stare con lei. Ma non appena viene a sapere
che lei ha un marito, e che questo si trova in una brutta situazione,
il ragazzo vuole aiutarlo a tutti i costi per far sì che possa
vivere tranquillo con la moglie e il figlio, a discapito della sua
attrazione per lei.
E questa mi sembra un'attitudine fuori dal comune.
La controversia della sua figura si
manifesta anche nei modi di fare. Si pone dalla parte del giusto
quando vuole difendere le vite innocenti della vicina e del figlio, e
quella redenta e debole del marito, e per farlo usa modi brutali,
dimostrandosi capace di una violenza inaudita. Da qui emerge un altro
paradosso.
Allo stesso modo con cui scherza e
gioca nel modo più innocente con il figlio piccolo della vicina, è
capace di infierire sul cranio di un sicario che doveva ucciderlo,
dopo averglielo già spaccato con il tacco della scarpa.
La sua complessità sta proprio nei
poli opposti che è in grado di contenere. Giustizia nei principi e
brutalità nei modi: i due poli opposti si equilibrano al centro, in
sospensione fra bene e male.
Emblematica è la scena in cui il
ragazzo è con il bambino. Sono seduti sul divano e stanno guardando
un cartone animato alla tv, e il ragazzo chiede al bambino se lo
squalo del cartone animato sia cattivo:
- Dici che è cattivo?
- Sì.
- Come fai a dirlo?
- Perché lui è uno squalo.
- Non ci sono squali buoni?
- No. E poi basta guardarlo: ti sembra
uno che ha la faccia da buono?
Il ragazzo allora guarda perplesso il
bambino. Questo scambio di battute dimostra quanto una mente
innocente sia in grado di distinguere all'istante fra bene e male,
mentre lui sembra non essere in grado di farlo.
O meglio, anche lui è in grado di
scindere le due cose, ma i suoi parametri di valutazione di ciò che
è male e ciò che è bene sono tutt'altro che chiari e lineari.
Credo che il messaggio del film ruoti
proprio intorno alla capacità di scindere fra bene e male. La figura
del personaggio senza nome rimette in discussione tutti i criteri per
distinguere il "buono" dal "cattivo". Mette in discussione le
contraddizioni di ciò che consideriamo male e bene nella società
occidentale. E in questo caso tutte le contraddizioni sono incarnate
da un solo uomo, facendone così un (anti)eroe.
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