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Drive è un film uscito nel
2011, diretto dal danese Nicolas Winding Refn (con Ryan Gosling e
Carey Mulligan), che ha vinto il premio per la miglior regia a Cannes.
Il protagonista senza nome è un
pilota, lavora in un'officina e per arrotondare lavora come stuntman
cinematografico e autista per i criminali. Si infatua della sua
vicina di casa, eppure decide di aiutare il marito di lei che, da
poco uscito di galera, ha ancora dei conti da pagare alla banda
criminale di cui faceva parte. Questo trascinerà il protagonista in
un regolamento di conti che richiederà più impegno e coinvolgimento
del previsto.
Quello che mi ha colpito del
protagonista senza nome di Drive è la sua morale. L'idea
di giustizia è personale e anticonvenzionale, ed è difficile resistere al suo fascino, tuttavia
viene meno a ciò che ci si aspetterebbe dal comportamento umano. Se
per “umano” intendiamo il suo significato biologico, ovvero di animale che si distingue dalle altre specie per l'intelletto, ma che
è pur sempre dominato dall'istinto. E se intendiamo “umano” nel
suo significato religioso: colui che è stato creato peccatore,
poiché cede alla sua natura di mortale. Chi è in grado di resistere
alla natura dei mortali, è per forza superiore ad essi, e nella
mitologia classica viene chiamato eroe. Ma in questo caso bisogna
avanzare la mitologia di qualche millennio.